Oltre 25 anni di ricerca di musica, di registrazioni, di studi sono il percorso di Antonello Ricci. Pochi non conoscono i suoi meriti e per quei pochi ricordiamo che Antonello è colui che ha introdotto l’uso della chitarra battente sui palcoscenici d’Italia già dagli anni ’70, esportandola da quella straordinarioamente ricca e affascinante terra musicale che è la Calabria.
Antonello è colui che dalle sue ricerche ha regalato a tutti quanti “RITURNELLA“, magistralmente interpretata e resa famosa da Carlo d’Angiò con Musicanova.
Oggi Antonello è colui che fonda XICRO’, un trio di eccezionale raffinatezza musicale, insieme ad Arnaldo Vacca ed Alessandro Cercato. Arnaldo, polipercussionista fra i più sensibili e creativi del panorama musicale italiano; Alessandro e l’uso straordinariamente coinvolgente del suo basso elettrico con e-bow e tutto quello che può bastare per stupire. Antonello è finalmente fruibile con la sua affascinante voce senza età e le sue chitarre battenti del M° liutaio De Bonis, strumenti che riempiono i cuori di sonorità ricche e lontane nel tempo.
XICRO’, vale a dire Cirò, sarà il nome del trio e del disco, e increduli si rimarrà quando durante l’ascolto si dovrà prendere atto che solo tre musicisti (ma di quale calibro!) riescono ad offrire sonorità, melodie, dolcezze di smisurata portata.
Ebbene sì, con questo disco abbiamo sicuramente un saggio di eleganza superiore alla media; come dice Antonello: “un forte distillato d’uva arricchito di aromi speciali…, l’eco di una lingua perduta tra le grida di 1000 dialetti turcheschi in un mercato saraceno”
Diverse le tracce che trasportano in un ascolto d’estasi: potremmo citare “Sonno e sogno”, “Canto dell’aquila”, o “Vola la me muzzetta” dove, tra l’altro, Antonello si esibisce con la sua zampogna a paro miscelando percussioni di un vasto mediterraneo con quell’incredibile basso elettrico che inventa note inimmaginabili; citiamo anche la nenia “Catene e sospiri” che richiede un ascolto ed un viaggio fra i paesini calabresi silenziosi ed assolati.
Ma lasciateci dare ad Antonello quello che è di Antonello: una impareggiabile, unica “Riturnella”, la famosa dichiarazione d’amore affidata ad una rondine che vola sulle canne di un organo Rieger Opus del 1897. Straordinaria.