Gruppo Speleo Le Grave


Il gruppo speleologico “Le Grave” si è costituito nel febbraio del 1996 a Verzino (KR) in Calabria, per diffondere la conoscenza del territorio crotonese sia sul piano speleologico – naturalistico ambientale,che storico – artistico – sociale,nell’ottica dell’ducazione allo sviluppo sostenibile e di un’acquisizione di una conoscenza ecologica finalizzata alla salvaguardia dell’ambiente, al rispetto e valorizzazione delle infinite testimonianze storiche presenti sul territorio. Gli associati hanno una forte sensibilità ambientalistica e traggono grandi emozioni e soddisfazioni amando la natura con la volontà di far vivere queste esaltanti esperienze a tutti coloro che, fortemente motivati, vogliono condividerle.

GROTTA DI GRAVE GRUBBO O DI SAMOURI’ TOURE’
Grave Grubbo è la cavità più lunga ed imponente delle grotte dell’Alto Crotonese, si apre alla base di una imponente dolina con un ampio ingresso caratterizzato da massi di crollo, superabili attraverso dei saltini e magari meglio se con l’ausilio di imbrago e corda. Alla base ci si trova davanti ad un trivio: a destra c’è il ramo del fiume, a sinistra a distanza ravvicinata troviamo gli imbocchi del ramo di cenerentola e quello delle gallerie quadrate. Il Ramo di Cenerentola è, probabilmente , il più bello della grotta, in quando caratterizzato dalla presenza di concrezioni calcaree che assumono dimensioni enormi come nel caso della colonna presente nella Saletta Marciano’. E’ un ramo dall’andamento meandriforme abbastanza alto e nei periodi di forte pioggia contribuisce in modo cospicuo ad aumentare la portata del fiume. Il ramo delle Gallerie Quadrate prende questo nome per il suo aspetto morfologico completamente quadrato, è un ramo non troppo alto ed è caratterizzato al suolo dalla presenza di concrezioni a vaschetta particolarmente delicate, ed è per non rovinarle, che il passaggio in questo ramo è ridotto al minimo. Il Ramo del Fiume è il ramo principale della grotta, assume forma meandriforme ed è caratterizzato da ambienti imponenti ( anche di 15 metri di altezza!) cosa rara nelle grotte nei gessi, risalendo il fiume si giunge ben presto al cosiddetto Sifone a Monte, tratto che ostruisce il passaggio e che può essere oggetto di nuove esplorazioni future. Seguendo il corso del fiume si possono notare i numerosi laghetti che questo forma, alcuni di una bellezza incantevole. Proseguendo per circa 700 metri si giunge ad un punto molto basso detto Tratto Sifonante, lungo circa 30 metri, che costringe gli speleo a strisciare in acqua, superato questo tratto la grotta riprende i suoi ambienti maestosi e continua per quasi 500 metri, fino ad arrivare al cosiddetto Sifone Terminale, che per lungo tempo è stato la parte finale della grotta ma che, grazie agli straordinari speleo del GS Le Grave, che, usando tute subacquee, fu superato regalando altro mezzo Km di splendidi ambienti enormi che finiscono con un altro sifone. Le esplorazioni future conteranno di superare questo punto per riuscire a collegare Grave Grubbo alla Risorgenza di Vallone Cufalo, in quanto le due cavità sono attraversate dallo stesso sistema idrico, come ha dimostrato l’sperimento fatto con la fluorosceina, che immessa a Grave Grubbo è uscita dopo circa 36 ore a Vallone Cufalo.

RISORGENZA DI VALLONE CUFALO
Alla grotta si accede attraverso un ampio ingresso di forma vagamente quadrata, essa costituisce la più grossa risorgenza perenne, praticabile all’uomo, conosciuta nelle evaporiti dell’Alto Crotonese. L’ambiente iniziale, costituito da una vasta caverna dove la luce diurna penetra per lungo tratto, permette di raggiungere ben presto un basso e stretto passaggio da cui proviene il corso d’acqua. Oltrepassatolo (ci si deve calare in acqua obbligatoriamente fino all’altezza del busto) ci si trova nel cosiddetto Ramo delle Marmitte,da qui in avanti, e per circa 150 metri, la cavità si presenta con una spaziosa galleria, alta in media 5 metri, caratterizzata al suolo da numerose vasche e marmitte completamente allagate. La prima, in particolare, è profonda 2 metri e per essere superata costringe gli speleo ad immergersi completamente o ad usare un canottino, le vasche seguenti, al contrario, sono facilmente aggirabili lungo la parete.L a Galleria delle Marmitte termina in corrispondenza di un bivio, a sinistra si penetra in una galleria che va riducendo progressivamente le sue dimensioni, anch’ssa percorsa da un rigagnolo d’acqua, ben presto si giunge al Ramo delle Vaschette, un basso corridoio adorno al suolo di splendide vaschette concrezionate colme di limpida acqua. Questo ramo sembra fermarsi in prossimità di un sifone: in realtà si tratta di un passaggio allagato che permette di entrare in una sala di crollo che diventa insuperabile per una strettissima fessura da cui proviene il flusso d’acqua. Ritornando alla biforcazione del Ramo delle Marmitte, a destra si continua lungo la condotta principale, detta Ramo della Sorgente. Dopo aver superato un’altra vasca alquanto allungata, si giunge nel tratto finale della cavità, dove il torrente occupa lo spazio disponibile e non consente più il passaggio, non si esclude in futuro, durante periodi di secca, che si riesca a superare questo ulteriore sifone. Da notare che nella parte centrale della grotta vive una numerosissima colonia di pipistrelli e che i passaggi delle vasche più difficili possono essere superate grazie all’ausilio di corde fisse montate sulle pareti dai primi gruppi che hanno esplorato la grotta, prestando attenzione allo stato delle corde in quanto abbastanza vecchie. Comunque vale la pena visitare questa cavità dalle forme e dagli ambienti veramente incantevoli.

Per informazioni sulle escursioni:
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