I pentagrammi abbagliati dai raggi del sole,
una comice di macchia mediterranea incontaminata,
un piccolo e antico paesino collinare,
la genuinità della sua gente e le tradizioni popolari:
questo è Verzino e questo è il suo Festival.
Benvenuti ad Amore & Rabbia.
Un appuntamento che al suo secondo anno di vita rilancia caparbiamente la sua scommessa iniziale, quella di creare un piccolo grande evento, in grado di catalizzare diversi interessi: dalla salvaguardia e promozione territoriale al recupero della memoria storica e delle tradizioni, dalla passione musicale alla necessità di uscire dall’isolamento.
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Verzino, dunque, come grande e naturale laboratorio di idee, dove la fruizione culturale diventa il paradigma del lavoro collettivo. L’atmosfera e il contesto venutosi a creare nel corso della prima edizione del Festival, hanno permesso di far apprezzare i nostri luoghi in un interscambio armonico tra arte e territori. Sono queste certezze che ci stimolano ad un maggior impegno per far si che questa esperienza continui e si consolidi negli anni. Questa seconda edizione vuole indagare più approfonditamente intorno al concetto di mediterraneità, continuando ad esplorare il carattere di contaminazione e di interscambio tra i molti popoli ed etnie di quest’area nel tentativo di superare ogni classificazione rigida di tipo geografico, filologico o culturale. Da qui un calendario concerti che va oltre i generi, le etichette, le appartenenze, le cui sonorità più che appartenere provengono da una specificità di qualche tipo, la cui evoluzione è in continuo divenire; non, quindi testimo nianza ma esperienza viva, che contiene in sé tracce multietniche delle espressioni musicale e popolare. Artisti dalle diverse pratiche, provenienti da differenti ambiti culturali e da diversi percorsi musicali, le cui problematiche sono quelle di sempre, quelle che di più imprimono l’immaginazione popolare, e che già Giuseppe Pitré, fondatore degli studi di folklore italiano, menzionava : l’amore, la religione, i fatti tristi e lieti, pubblici e privati del giorno. “Canzuni” che non sono mai state ferme, “canzuni” dal semplice linguaggio, senza confini, quei confini spesso imposti da anacronistiche definizioni accademiche alle quali non abbiamo mai creduto.
Forse è davvero giunto il tempo di porsi qualche domanda: esiste davvero il confine tra musica “colta” e altre musiche?
Diviene importante per noi usare il mezzo della musica come traduttore universale, in una regione che ogni giorno si sforza di trovare nuove forme di comunicazione, un territorio, il crotonese, in cui la cultura musicale ha tradizioni antiche e profonde.
In questa seconda edizione continua il nostro ciclo di mostre, incontri e seminari alla scoperta di dialetti, storie, persone, eventi, strumenti musicali.
Tra i vicoli e le strade, invase da musicisti, creeremo eventi collettivi di musica e poesia, di balli e canti … di amore e di rabbia.
A noi un augurio di buon lavoro, a voi tanta buona musica!
Pino Urso e Donato Clausi