Il Premio Amore&Rabbia 1998 è dedicato all’opera svolta in molti decenni di attività cinematografica all’autore siciliano Vittorio De Seta, nato a Palermo il 15 Ottobre 1923 e che vive a Sellia Marina(CZ) da dieci anni in una azienda agricola.
Autore indipendente ed autarchico (produttore, direttore della fotografia), da sempre ha preferito girare le sue pellicole con pochi mezzi, insomma un filmaker ante litteram. La sua vita artistica frammentata con scelte stilistiche e produttive diverse da quelle della maggior parte degli autori degli anni Sessanta, ha fatto sì che egli fosse rimosso dai critici.
Il nostro meridione narrato in dieci documentari, attraverso lo sguardo dell’autore che descrive e testimonia un mondo ormai scomparso. Contadini, pastori e pescatori che si muovono con ritmi secolari e che vengono ritratti nei loro ambienti di lavoro. Tra i titoli più interessanti “Sulfarara”, “La pesca del pesce spada” e “Isole di fuoco”. Nel ’61 giunge al lungometraggio con “Banditi ad Orgosolo”, il contributo più serio e meditato del cinema italiano per la comprensione del complesso fenomeno del banditismo sardo qui visto dall’interno, nel suo divenire e nelle componenti storico ambientali. Altra attenta analisi della realtà si ha in “Diario di un maestro”, poema pedagogico. Qui, attraverso una serie di improvvisazioni, la macchina in presa diretta mostra il comportamento di un gruppo di ragazzi in una classe del Tiburtino.
“Un uomo a metà” è il primo film nella storia del cinema mondiale, che traspone sullo schermo il racconto soggettivo di una nevrosi. Dove la memoria e la realtà si intrecciano creando un nuovo spazio e un nuovo tempo. Altra opera del periodo intimista dell’autore è “L’invitata”, girato nel ’68 in Francia, proprio mentre esplode il Maggio. L’ultima fase dell’attività di De Seta come regista è stata quella televisiva, dove l’autore si è scontrato con un ambiente ancora peggiore di quello cinematografico, più clientelare e melmoso; meno avventuroso e roboante di quello del cinema, ma anche meno vitale. I documentari di questa fase sono: “Quando la scuola cambia”, “La Sicilia rivisitata”, “Hong Kong”, “Carnevale a Venezia”, e l’ultimo suo lavoro, del 1994, “Calabria” che chiude il periodo televisivo. Negli ultimi anni De Seta è stato riscoperto e gli sono state dedicate moltissime rassegne e retrospettive, consacrandolo fra i registi più importanti che ha avuto il nostro meridione.