Di fronte a un mondo segnato da crescente instabilità – conflitti geopolitici irrisolti, crisi ambientali, disuguaglianze sociali senza fronte, e l’incertezza per il futuro – emerge con forza l’urgenza di tracciare percorsi di speranza e solidarietà culturale. In un tempo in cui si teme la guerra e la frattura delle comunità, è nella cultura che risiede il vero humus per costruire valori condivisi e resilienza collettiva.
Ecco dunque che un piccolo festival musicale come Amore & Rabbia, ormai giunto alla sua XVI edizione (12–15 agosto 2025 a Verzino, KR), assume un ruolo che va oltre il puro intrattenimento: diventa un presidio di accoglienza, multiculturalità e resistenza culturale attraverso il linguaggio universale della musica e dell’arte.
Sul palco del festival si alternano artisti emblematici per la loro attitudine etica e il potere aggregante delle loro sonorità. Eugenio Bennato, tornato a Verzino dopo quasi trent’anni (era presente nel 1998 all’inizio del movimento “Taranta Power”) porterà il suo ultimo album Musica del mondo, incarnando l’idea di suoni che uniscono generazioni e culture lontane.
Piotta, con oltre venticinque anni di carriera, rappresenta una delle voci più salde dell’hip‑hop italiano: autore coerente e impegnato, narratore delle trasformazioni culturali e sociali del nostro paese.
‘O Zulù, frontman storico del gruppo 99 Posse, celebre per la sua musica militante e il suo carisma, incarna da sempre il ponte tra attivismo politico e partecipazione culturale.
Completano il cartellone serate vibranti con Manlio Calafrocampano, Dj Ele e Dj Smash, che con le loro selezioni di ska, reggae, soul, afrobeat e hip‑hop faranno vibrare il pubblico e favoriranno incontri tra generazioni diverse e stili musicali contrastanti.
A queste presenze già note si aggiunge il giovane calabrese‑romano Andrea Gallo (Bush), classe 2001, con la sua miscela di pop, R&B e cantautorato che chiama la nuova generazione a connettersi con le radici e l’innovazione.
Sul versante culturale, il Festival affianca alle serate musica una serie di iniziative collaterali indispensabili per fare della cultura un terreno vitale che possa spaziare tra vari ambiti ugualmente importanti alla valorizzazione di tradizioni, arti o ricordi:
-Proiezione del film “Aspromonte – La terra degli ultimi” di Mimmo Calopresti, all’aperto sotto le stelle (14 agosto), un’immersione visiva nella memoria, nelle radici e nelle contraddizioni delle terre meridionali.
–Memorial “1° Memorial Sonia Mirabelli”, momento comunitario di ricordo e condivisione prima del concerto dei Compari SODI.
-Il corso “Synesthesia al Festival: tra fotografia e musica”, promosso da Vincenzo Enzo Tristaino, che intreccia percezioni visive e sonore e apre spazi creativi per ragazze, ragazzi e adulti.
–Presentazione del libro “Vocazione Rivoluzionaria”, autobiografia di Luca Persico (O Zulu’), momento collettivo di riflessione, di confronto e – come sempre nel caso di Zulù – di resistenza.
–La Sagra del soffritto “ara virzinisa”, convivio culinario che celebra la tradizione locale e l’incontro intergenerazionale del gusto e della convivialità.
-La riffa solidale – La Riffa di Amore & Rabbia –, sostenuta da sponsor locali, pensata come gesto comunitario che sostiene il festival e rafforza legami con il territorio.
E se è vero che in un contesto globalizzato l’incertezza è la norma – tra tensioni politiche, fragili equilibri, e paure diffuse – la forza di Amore & Rabbia sta proprio nel valorizzare l’esperienza individuale degli artisti: ognuno, con la propria storia e la propria musica, porta un messaggio di speranza, confronto, riconoscimento dell’altro. In un momento storico in cui l’altro può diventare minaccia, il festival ricuce fili, favorisce accoglienza, condivisione e rispetto.
La cultura, declinata in musica dal vivo, cinema, fotografia, laboratori, dialoghi, cibo locale e memoria, diventa il vero fulcro su cui edificare una comunità coesa e aperta. Il festival è dunque un’occasione per le generazioni future: un messaggio forte che dice “noi possiamo farcela”, che invita all’impegno, alla partecipazione, e alla costruzione di identità plurali.
In conclusione: in una fase storica segnata da instabilità e inquietudine globale, Amore & Rabbia emerge come un luogo dove quel che unisce è più potente di ciò che divide. Dove la multiculturalità diventa arricchimento reale, e ogni artista, ogni spettatore, ogni volontario, contribuisce a seminare un seme di resistenza culturale e di fiducia nel futuro.
Un piccolo festival, forse minuto sulla cartina, ma immenso come speranza.
Buon Festival Amore&Rabbia 2025,
La Ginestra