Come di consueto ogni edizione di Amore&Rabbia è stata anticipata e presentata (e ricordata nel tempo) da un manifesto, mezzo per cui pubblicizzarne il cartellone degli eventi ma anche strumento per veicolare un messaggio, un allarme, o a volte una nota pungente.
Costante canonica di tali messaggi è quella dualità contrastante espressa sin da sempre sia nel nome del festival (amore/rabbia) che nelle idee, contraddizioni e contaminazioni che nel tempo sono state proposte e veicolate. Una dualità che è sia invito a riflettere e a porsi domande, che un consiglio al lasciare spazio alle suggestioni del periodo. Ecco che allora il manifesto diventa una lente con cui focalizzare e catturare una sintesi dei tempi in cui il festival matura e prende forma, cercando di racchiudere un concetto, spesso di libera reinterpretazione, con il quale destare la stessa predisposizione/curiosità con cui ci si lascia assorbire dalle contaminazioni musicali/culturali che il festival stesso propina.
Il manifesto che presentiamo è il frutto di un lavoro di condivisione nato dalle riflessioni, dalle suggestioni e dagli spunti comuni emersi nel corso di incontri ripetuti nei mesi precedenti, mesi che che ci han visto tutti rigorosamente a distanza, ma virtualmente vicini negli orari più disparati.
La scritta Amore&Rabbia appare su una griglia, simbolo di un ordine precostituito ordinato ed asettico, per poi prendere forma e delinerasi via via meglio, rappresentativa dell’iter , lungo e graduale, a cui siamo oramai abituati nel preparare ogni nuova edizione del festival.
La foto di fondo è una delicata sintesi del periodo contemporaneo:
la Terra è in uno stato sospeso, racchiusa in un qualcosa che la comprime, ne complica il respiro, la asfissia limitandone l’aria; è sorretta dalle mani di una figura femminile dai tratti orientali (vi ricorda qualcosa?) che la sorregge, la trattiene, la vincola…
La ragazza ha lo sguardo impedito da qualcuno più grande di lei, alle sue spalle, ambiguo, senza volto, e che pur restando sullo sfondo conserva un ruolo fondamentale nel vietarne la visione con fermezza.
Come sempre l’immagine contiene i riferimenti duali, contrastanti, ambigui, tipici delle immagini di copertina di Amore&Rabbia:
- la giovane età della ragazza, a cui la Terra è “affidata”, contrasta con l’età di chi, dietro di lei, le impedisce di prendere visione della situazione reale, nel bene e nel male;
- lo sforzo con cui lei trattiene la Terra contrasta con la naturale disinvoltura con cui lui, quasi con amorevolezza, la rende cieca degli eventi contemporaei;
- la presenza in primo piano di lei contrasta con la presenza di lui che, seppure subdolamente in secondo piano, comunque si impone nella scena;
- il materiale artificiale con cui il globo è ricoperto, trattenuto e soffocato, contrasta con la naturalezza predominante richiamata dal paesaggio circostante;
- la rudezza del gesto di trattenere il peso a fatica contrasta con l’eleganza delle due figure, creando una atmosfera di inquietudine solo parzialmente placata dallo sfondo…
Il carattere utilizzato per presentare gli eventi è un richiamo al mondo giornalistico, un riferimento alla necessità di verità, un invito a spendersi sempre per carpire informazioni salienti e vitali.
Infine il richiamo alle tonalità del blu (prima volta nella storia di A&R), inno al cielo e al mare di sfondo, sono un velato richiamo alla speranza e alla necessaria voglia di sopravvivenza (Rino Gaetano ne sapeva qualcosa): consci che “il cielo è (E SARA’) sempre più blu”, nonostante tutto.
Buon festival.